Translate

venerdì 17 aprile 2015

QUARTIERE DELLE CERAMICHE DI GROTTAGLIE

Un misto di forme e colori attirano lo sguardo appena si percorrono le viuzze costellate da botteghe nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie.
Botteghe che hanno il sapore di storia, di arte e di Puglia: un marchio ormai inconfondibile e riconosciuto in tutto il mondo. Il Quartiere delle Ceramiche sorge lungo la Gravina di San Giorgio, ai piedi del medievale Castello Episcopio. La caratteristica che rende unico questo Quartiere, risiede nell’insieme delle numerose botteghe artigiane nelle quali, sin dal Medioevo, si lavora e si produce la ceramica.
Le numerose botteghe sono testimonianza della struttura rupestre del territorio, perché ognuna di loro era scavata nella roccia in alcune delle quali si conservano ancora antiche fornaci; in ciascuna bottega è possibile osservare le diverse fasi di lavorazione dell’oggetto ceramico e, contemporaneamente, acquistare il prodotto finito. 
La tradizione della lavorazione della ceramica parte da tempi lontanissimi: risalgono infatti al medioevo i primi manufatti ritrovati e, salvo qualche intermezzo storico, in cui la città di Grottaglie è stata evacuata, la produzione si è protratta fino ad oggi.
Un posto di rilievo occupa la produzione del cosiddetto Pumo, oggetto portafortuna, simbolo di prosperità che adorna balconi ed abitazioni nel segno della speranza e della buona sorte, oggetto molto richiesto, tanto da essere scelto come bomboniera di matrimonio della figlia del magnate dell’acciaio indiano, Pramod Agarwal, col particolare dello sfarzo: ogni pumo è stato completamente placcato in oro.
Non manca una produzione più contemporanea che segue tendenze più attuali volte a soddisfare un pubblico più ampio.






sabato 11 aprile 2015

MUSEO PERMANENTE: ANTICHI MESTIERI IN BICICLETTA A SAN GIORGIO JONICO

Decine e decine di biciclette, settanta per la precisione, riempiono le aule vuote dell'ex scuola elementare "Nesca" inebriandole di evocazioni storiche. L'esposizione accoglie velocipedi di provenienza diversificata, dall'Italia e non solo, coprendo un arco di tempo che va dai primi del ‘900 sino agli anni ’60, anni in cui il motore sotituisce la fatica delle pedalate.
La vera bellezza di questa mostra non è la semplice esposizione delle biciclette, pezzi unici e ormai introvabili ma, i mestieri che ognuna di loro rendeva possibile: ogni bicicletta è stata allestita con minuziosi accessori che rievocano il mestiere di chi le cavalcava.
L’idea originale è del collezionista Pasquale Tripiedi. In oltre trent’anni di ricerca, il signor Pasquale ha raccolto i più impensabili orpelli ed utensili e, ha pensato bene di proporre al comune di San Giorgio Jonico di allestire una mostra. 
Ecco allora la bicicletta dello straccivendolo, intento ad acquistare a peso i pezzi di stoffa per confezionare i suoi modelli; quella della merceria, un’autentica bottega ambulante dove è possibile riconoscere stoffe, nastri, ditali e bottoni, articoli da regalo come le bambole di ceramica o le confezioni di spazzole per la pulizia e la lucidatura delle calzature. Non mancano le biciclette delle professioni che necessitavano di spostarsi con particolare urgenza: la mammara, la levatrice sempre pronta con i suoi ferri per raggiungere le case delle partorienti, la bicicletta del veterinario, quella del medico condotto che si muoveva per raggiungere gli agglomerati rurali con la sua bicicletta motorizzata, dotata della doppia luce per segnalare la rapidità degli spostamenti. 
Un piacevole ritorno al passato con lo sguardo proiettato verso il futuro.